Garry Kasparov e la lezione degli scacchi

Con l’aiuto di Garry Kasparov analizziamo i passi necessari per ideare una strategia vincente: obiettivi di lungo periodo, disciplina e tattica. 

Definire un piano strategico che possa guidare le nostre azioni, al lavoro o in contesti personali, è di fondamentale importanza. Kasparov, il più grande scacchista di sempre, è un maestro di strategia e ci insegna che senza una pianificazione di lungo periodo, le nostre decisioni diventano solo reattive: giochiamo la partita decisa dal nostro avversario e non la nostra. Se passiamo da una decisione all’altra per necessità contingenti, perdiamo di vista quello che vogliamo veramente ottenere: il nostro obiettivo.

“Se giochi senza obiettivi di lungo periodo, le tue decisioni diventeranno puramente reattive e ti troverai a giocare la partita del tuo avversario, non la tua.” (Garry Kasparov)


Come definire la strategia 

La pianificazione strategica consiste nel definire un obiettivo di lungo periodo e nel ragionare a ritroso fino al presente per capire come raggiungerlo. Le mosse che il maestro di scacchi compie in ogni momento della partita sono basate sul “piano di gioco” e sulla configurazione della scacchiera tra 10 o addirittura 20 movimenti.

Ovviamente non è possibile prevedere con precisione il percorso fino al target finale. Per questo risulta essenziale definire degli obiettivi intermedi. Gli obiettivi intermedi sono utili per valutare i progressi verso il target finale e considerare eventuali azioni correttive. Inoltre, servono per mantenere alti i livelli di attenzione e motivazione quando gli obiettivi di lungo periodo sono ancora molto distanti.

Molto spesso quando fissiamo un obiettivo, non consideriamo con sufficiente attenzione tutti gli step intermedi necessari per raggiungerlo.

Seguire il piano di gioco

Una volta definita la strategia e gli obiettivi intermedi, arriva la parte più difficile: la disciplina nell’applicarla e la fiducia nel perseguirla in maniera consistente. Requisito indispensabile: la convinzione nelle proprie analisi e il coraggio delle proprie idee.

E’ fondamentale importanza valutare i risultati intermedi con grande obiettività per capire se siamo in linea oppure ci stiamo allontanando dagli obiettivi di lungo periodo. Molto spesso dopo qualche risultato negativo potremmo essere tentati di cambiare strategia. Non è sempre una buona idea: in contesti caratterizzati da incertezza, i risultati non sono necessariamente un buon feedback, almeno nel breve periodo (vedi articolo “Il ruolo della fortuna“). Se siamo veloci a mettere in discussione una strategia e siamo disposti a cambiarla al primo ostacolo vuol dire che non ci credevamo abbastanza: in sostanza non avevamo una strategia. Utilizzando le parole di Kasparov, “la sconfitta ti può indurre a cambiare quello che non deve essere cambiato e la vittoria ti può convincere che sia tutto a posto anche se sei sull’orlo del disastro.”

Occorre quindi mantenere un sottile equilibrio tra flessibilità e consistenza. I cambi di strategia devono essere sempre considerati con molta attenzione e valutati solo quando il contesto in cui ci troviamo ad operare cambia radicalmente: in questo caso devono essere implementati con convinzione e risolutezza.

Il ruolo della tattica

Mentre la strategia è focalizzata sul lungo periodo, la tattica riguarda le azioni che implementiamo in risposta a minacce o opportunità che troviamo sul percorso. Secondo il grande campione polacco Tartakover “la tattica consiste nel sapere cosa fare quando c’è qualcosa da fare, la strategia consiste nel sapere cosa fare quando non c’è niente da fare.”

Eventuali azioni tattiche possono essere prese in considerazione solo dopo aver definito la strategia e gli obiettivi intermedi: ogni azione di breve periodo infatti deve essere valutata solo in relazione agli obiettivi prestabiliti. Detto in altri termini: gli obiettivi strategici devono essere incorporati nel pensiero tattico. Solo in questo modo le nostre reazioni saranno più veloci e allo stesso tempo più accurate.

Per chiarire questo concetto Kasparov prende come esempio i tornei di “rapid chess” dove il gioco viene accelerato significativamente: ciascun giocatore dispone di soli 25 minuti per effettuare tutte le mosse mentre le partite con le regole standard possono arrivare a durare anche 7 ore. Saremmo portati a credere che in queste partite la pianificazione strategica sia meno importante o addirittura inutile e che i giocatori si affidino completamente all’istinto. In realtà per quasi tutti i giocatori è così, ma non per i più forti: Kasparov e pochi altri erano in grado di implementare strategie complesse anche senza aver la possibilità di soffermarsi sui calcoli ad ogni mossa. Questo perché avevano ben chiara la strategia di fondo e di conseguenza anche le mosse tattiche acquisivano più fluidità.

“Se non ti piace pianificare la strategia in una partita di 7 ore, non lo farai sicuramente in una partita veloce. Ma i giocatori di maggiore successo – ad ogni velocità – basano le proprie scelte sulla pianificazione strategica.” (Garry Kasparov)

Questo principio vale anche al di fuori degli scacchi. Quando in azienda sono chiari gli obiettivi e il processo, anche la gestione tattica degli imprevisti o delle opportunità risulta molto più semplice: tutti sanno immediatamente cosa fare e si evitano decisioni sbagliate dettate dalla frenesia del momento.

“La strategia senza la tattica è il percorso più lento verso la vittoria. La tattica senza la strategia è il rumore prima della sconfitta.” (Sun Tzu)

Bibliografia

Kasparov, Garry. How Life Imitates Chess: Insights Into Life as a Game of Strategy. Arrow Books, 2008.

Iscriviti
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
 
0
Per TP i tuoi feedback sono aria purax
()
x