L’intelligenza del tempo

Il tempo elimina tutto ciò che è fragile e preserva solo ciò che è robusto.

In un’intervista del 2024, Luca Ferrari, CEO e co-fondatore di Bending Spoons, ha rivelato la strategia che utilizza per la gestione delle informazioni. Nello specifico, riguardo al tema del rimanere sempre connessi e aggiornati su tutto quello che succede, Ferrari ha affermato: “Non leggo giornali, non seguo notiziari o newsletter. Preferisco ottenere le informazioni tramite libri o saggi. Sono convinto che uno studio di un evento, di un problema, tenda ad essere di maggiore qualità quando fatto ex-post, a bocce ferme. Non ritengo utile raccogliere una marea di informazioni su quell’evento mentre le cose accadono perché molte si riveleranno inaccurate semplicemente perché sono in evoluzione e non è chiaro come andranno a finire e cosa stia realmente succedendo. Più a valle la ricostruzione tende ad essere più affinata per cui mi andrò a leggere un libro di storia tre o cinque anni dopo la fine degli eventi piuttosto che seguirli mentre accadono.”

Siamo di fronte all’esempio di un CEO giovane, dell’azienda tecnologica italiana di maggior crescita, che ci sta dicendo di non essere interessato alle notizie in tempo reale e di informarsi solo tramite libri: sembra incredibile vero? In realtà Ferrari sta usando la stessa strategia che utilizzano tanti altri grandi decisori, da Warren Buffett a Nassim Taleb per trarre vantaggio da una forza molto potente: l’intelligenza del tempo.

L’effetto Lindy

Lindy era un ristorante di New York situato sulla Broadway ed era molto frequentato dagli attori. Pare che proprio dalle discussioni tra gli attori di Broadway prese forma l’euristica oggi conosciuta come effetto Lindy. Gli attori notarono che se uno spettacolo era in cartellone, per esempio, da cento giorni, aveva un’aspettativa di vita di altri cento giorni; se le repliche duravano da duecento giorni, sarebbero durate per altri duecento e così via.

L’euristica destò immediatamente l’attenzione di fisici e matematici che iniziarono ad approfondirla. Il fisico Richard Gott, ad esempio, fece un esperimento: stilò una lista degli spettacoli di Broadway andati in scena il 17 maggio del 1993 e fece la previsione che quelli che erano rimasti in cartellone più a lungo sarebbero durati di più e viceversa. I fatti gli diedero ragione nel 95% dei casi. 

Effettivamente, proviamo a porci questa domanda: pensate che fra 10 anni sarà più probabile rivedere una replica di Cats o del Rocky Horror Picture Show oppure del musical recente che è appena uscito? È più probabile che tra 50 anni si parli  ancora della teoria dell’evoluzione di Darwin o dell’ultima scoperta scientifica che da qualche settimana sta occupando le prime pagine dei giornali?

L’effetto Lindy ci dice che per le cose che non hanno una data di scadenza, come le idee, le tecnologie, le istituzioni, i sistemi politici e così via, il trascorrere del tempo accresce l’aspettativa di vita: ciò che è “Lindy”, invecchia a ritroso. E quindi più un’idea, una tecnologia è sopravvissuta, più è probabile che continui a sopravvivere.

L’effetto Lindy e l’intelligenza del tempo

L’effetto Lindy non è altro che una manifestazione dell’intelligenza del tempo: il tempo infatti elimina tutto ciò che è fragile e preserva solo ciò che è robusto. Il tempo è l’unico vero giudice delle cose: idee, persone, prodotti, teorie scientifiche, libri e così via. Il fatto che una cosa sia sopravvissuta nel tempo ci dà un’indicazione sulla sua robustezza e quindi sulla sua probabilità di continuare a sopravvivere anche in futuro. 

Per questo tutti i grandi decisori lasciano che il tempo utilizzi la sua intelligenza per separare il robusto dal fragile, il segnale dal rumore e si distaccano quindi dalla notizia istantanea. Perché fare la fatica di seguire continuamente una montagna di informazioni, gran parte delle quali si riveleranno solo rumore quando possiamo far lavorare il filtro e l’intelligenza del tempo? Questo spiega perché la strategia di Ferrari (e di altri grandi decisori come lui) sia pienamente razionale: avendo poco tempo a disposizione nel corso della giornata non può sprecarlo su cose che si riveleranno solo rumore e quindi inutili, anzi spesso controproducenti perché ci porterebbero a costruire delle interpretazioni su presupposti sbagliati. Meglio fidarsi del tempo, del suo lavoro di filtro e della sua capacità di selezionare il segnale all’interno del rumore.

Allo stesso modo possiamo sfruttare l’effetto Lindy nel guidare le nostre scelte: tra un libro di Seneca la cui saggezza sopravvive da duemila anni e uno dell’ultimo scrittore del momento quale sceglieremo? La risposta appare scontata, ma solo pochi comprano Seneca e molti l’ultimo romanzo del momento.

L’effetto Lindy ci porta a scegliere quello che il tempo ci ha dimostrato funzionare, i cosiddetti classici. Nel suo libro The Mamba Mentality, Kobe Bryant afferma: “Ho iniziato a praticare il sollevamento pesi a diciassette anni, quando sono entrato nell’NBA. Niente di complicato, solo i classici metodi di comprovata efficacia che puntano a rafforzare un gruppo muscolare alla volta. Negli anni ho modificato un po’ le abitudini, ma la mia filosofia è rimasta sempre la stessa. Se una certa cosa ha funzionato per altri grandi prima di te, e se funziona per te, perché cambiarla per seguire qualche nuova moda? Meglio continuare a fare quello che funziona, anche se è impopolare.”

Come afferma Taleb, “non tutto ciò che accade, accade per una ragione, ma tutto ciò che sopravvive, sopravvive per una ragione.”

 “Non tutto ciò che accade, accade per una ragione, ma tutto ciò che sopravvive, sopravvive per una ragione.” (Nassim Nicholas Taleb)

Bibliografia

Taleb, Nassim Nicholas. Antifragile. Il Saggiatore, 2013. 

Taleb, Nassim Nicholas. Rischiare grosso. Il Saggiatore, 2018.

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