La scimmia e il piedistallo

In ogni progetto occorre focalizzarsi subito sugli obiettivi più difficili, evitare di sprecare tempo e risorse sui compiti più semplici, fare attenzione ai falsi progressi.

Supponete di voler insegnare ad una scimmia a recitare Shakespeare mentre sta su un piedistallo. Come dovreste allocare il vostro tempo e le vostre risorse tra l’allenamento della scimmia e la costruzione del piedistallo?

Prima la scimmia

Questa metafora è stata utilizzata da Astro Teller, il CEO di X, la divisione di Google focalizzata sull’innovazione estrema, per indicare quali siano le priorità quando si inizia un nuovo progetto.

Il training della scimmia rappresenta il collo di bottiglia, l’ostacolo più difficile da superare mentre il piedistallo è un obiettivo facilmente raggiungibile. È chiaro che la risposta corretta all’interrogativo iniziale è spendere zero tempo e risorse sul piedistallo e focalizzarsi sulla scimmia: non ha senso pensare al piedistallo se non saremo prima in grado di far recitare la scimmia.

Eppure molto spesso facciamo esattamente il contrario: quando parte un nuovo progetto ci focalizziamo prima sugli obiettivi più semplici, i frutti più bassi dell’albero posticipando il momento in cui si affrontano i problemi bloccanti.

Prima o poi comparirà il capo che ci chiederà un aggiornamento e vorremo essere in grado di mostrare qualche risultato (“ehi guarda che bel piedistallo”) piuttosto che una lunga lista di ragioni sul perché sia complicato insegnare ad una scimmia a parlare.

Tuttavia focalizzarsi prima sui piedistalli ci da una falsa illusione di star compiendo dei progressi mentre al contrario non ci stiamo realmente avvicinando all’obiettivo. Anzi, in questo modo ci mettiamo più tempo a capire se siamo veramente in grado di superare l’ostacolo bloccante, cioè educare la scimmia. Investendo risorse e tempo per costruire il piedistallo, avremo un coinvolgimento maggiore nel progetto e questo ci renderà più difficile valutarlo obiettivamente perché saremmo condizionati dal sunk cost bias: se ci accorgessimo che è più complicato del previsto allenare la scimmia, invece di abbandonare il progetto, continueremmo a provarci più a lungo del dovuto sprecando tempo e risorse.

Per questo tutte le presentazioni in X presentano il claim #MONKEYFIRST come reminder che in ogni progetto occorre focalizzarsi prima sui problemi bloccanti e solo dopo averli risolti si può pensare ai piedistalli.

“Il vero fallimento è cercare di fare qualcosa, accorgersi che non funziona e continuare a farla lo stesso.” (Eric “Astro” Teller)

Il progetto Foghorn e le “metriche assassine”

In X, il team Foghorn aveva l’obiettivo di trasformare l’acqua di mare in un carburante carbon-neutral che potesse sostituire la benzina. Nonostante non fosse così banale come costruire un piedistallo, sviluppare la tecnologia per generare il carburante “pulito” era un compito abbastanza semplice. La scimmia invece era farlo ad un costo competitivo rispetto ai carburanti tradizionali entro un periodo di 5 anni. Constatata l’impossibilità di “educare la scimmia” in tempi accettabili, il progetto Foghorn è stato dismesso e le risorse sono state allocate ad altri progetti con maggiore possibilità di successo in tempi brevi.

Kathy Cooper, la responsabile del team Foghorn ha affermato: “ero sicuramente delusa quando abbiamo deciso di chiudere il progetto, ma ho imparato molto da questa scelta di sottrarci al sunk cost bias. Pensavo fosse più semplice riconoscere quando un ostacolo diventa insuperabile: ma dopo due anni di lavoro non è così. C’è sempre una piccola speranza che qualche scoperta sia dietro l’angolo e quindi sei tentata ad insistere anche oltre ogni ragionevole probabilità di successo.”

Uno strumento che in X utilizzano regolarmente per capire quando dismettere un progetto e sottrarsi al sunk cost bias sono le cosiddette “metriche assassine” (“kill metrics”). Prima di partire vengono individuati degli obiettivi numerici, delle milestones che se vengono raggiunti entro un termine prestabilito danno il segnale che il progetto sta funzionando; in caso contrario si procede a terminarlo prima possibile.

Queste metriche consentono di focalizzarsi sulle cose realmente importanti, sulla scimmia e non sul piedistallo: devono essere definite all’inizio, quando il team ha ancora la mente sgombra e non è coinvolto emotivamente e l’azienda non ha ancora investito risorse e bisogna resistere alla tentazione di modificarle in corso d’opera. Per questo è così importante impostarle in maniera accurata e con grande attenzione: investire un po’ di tempo nella fase iniziale per definire le giuste “metriche assassine”, consente di evitare di sprecare tempo e risorse successivamente portando avanti progetti che non hanno senso.

Nel progetto Foghorn la “metrica assassina” era produrre carburante ad un costo di $5 dollari al gallone entro 5 anni: nonostante il team avesse sviluppato la tecnologia per trasformare l’acqua di mare in carburante non era stato in grado di farlo rispettando questi parametri.

Conclusioni

La metafora della scimmia e del piedistallo ci ricorda che in ogni progetto occorre focalizzarsi subito sugli obiettivi più difficili, evitare di sprecare tempo e risorse sui compiti più semplici, fare attenzione ai falsi progressi. In questo modo potremo capire subito quando sia il caso di insistere oppure di desistere, sottraendoci al sunk cost bias.

Bibliografia:

Duke, Annie. Monkeys and Pedestals: Find the bottleneck and solve for that first. Newsletter Agosto 2022.

Hannun, Kathy. Three things I learned from turning seawater into fuel. Medium, Dicembre 2016.

Teller, Astro. Tackle the monkey first. Medium, Dicembre 2016.

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