Munger, Taleb e la regola dell’inversione

E’ possibile acquisire vantaggi di lungo periodo significativi semplicemente evitando in maniera consistente di fare scelte stupide.

Charlie Munger è il partner storico di Warren Buffett ed è celebre per le sue pillole di saggezza. Il libro Poor Charlie’s Almanack contiene una raccolta dei suoi discorsi più significativi, in cui Munger sottolinea l’importanza dell’utilizzo di modelli mentali di diverse discipline per poter prendere decisioni efficienti non solo negli investimenti ma in tutti i campi del business e della vita. 

Tra i vari modelli che vengono portati come esempio, ce n’è uno che Munger considera particolarmente efficace e potente. Quando era bambino, Charlie era rimasto colpito quando gli fu raccontata la storia di un campagnolo che parlando delle cose importanti nella vita aveva affermato: “L’unica cosa che voglio sapere è dove morirò, così non ci andrò mai.” Questa frase, apparentemente strana e che ci potrebbe far sorridere, nasconde in realtà un importante principio di saggezza: la regola dell’inversione

“L’unica cosa che voglio sapere è dove morirò, così non ci andrò mai.” (Charlie Munger)


La regola dell’inversione

La regola dell’inversione è un modello mentale semplice e potente anche se raramente utilizzato perchè controintuitivo: se devo capire come ottenere X, invece di iniziare subito a pensare alle azioni da intraprendere per arrivare all’obiettivo, è più semplice partire invertendo il problema cioè cercando di individuare quello che deve accadere per ottenere non-X (il contrario di X): prima di capire cosa fare è più efficiente aver subito chiaro cosa escludere, ciò che è irrilevante, gli errori da evitare, i comportamenti da censurare.

Nel business e nella vita, Munger ottiene un grande vantaggio eliminando le porzioni non promettenti della scacchiera, liberando tempo e attenzione per quelle più produttive. Lo stesso principio del cerchio di competenza, seguito religiosamente da Buffett e Munger nel selezionare i propri investimenti, risponde alla regola dell’inversione cioè di evitare tutto quello che non sono in grado di capire nel dettaglio e sui cui non possono avere un vantaggio competitivo.

“E’ incredibile il vantaggio di lungo periodo che persone come noi hanno accumulato semplicemente cercando in maniera costante di non essere stupidi, piuttosto che cercare di essere troppo intelligenti.” (Charlie Munger)

Il principio trova applicazioni immediate in gran parte dei processi decisionali. Ad esempio quando si tratta di individuare i titoli in cui investire, molti investitori professionali adottano come primo step uno screening negativo, cioè eliminano dal campione da analizzare tutte le società con caratteristiche non desiderate. Questo consente di focalizzare gli sforzi di analisi solo su quelle società che rispettano i requisiti: nel campo degli investimenti avere ben chiaro cosa evitare è spesso la cosa più importante.

Lo stesso principio si applica ai processi di selezione del personale: molti team sportivi hanno costruito i loro successi con delle regole molto chiare circa le caratteristiche dei giocatori che non avrebbero mai voluto avere in squadra. 

Se pensiamo a come migliorare l’innovazione sul lavoro, invece di focalizzarci subito sulle azioni da intraprendere per promuoverla, facciamo prima una lista delle situazioni che potrebbero ostacolarla: molto probabilmente scopriremo che alcune di queste situazioni sono prevalenti anche nella nostra azienda ed una prima mossa immediata ed efficace potrebbe essere quella di cercare di rimuoverle.

Per non parlare delle applicazioni nel campo personale: se abbiamo come obiettivo quello di perdere peso e migliorare la salute, prima di partire con l’allenamento per il triathlon, è più efficace iniziare ad eliminare i comportamenti negativi. 

I pitagorici e Carl Jacobi

La regola dell’inversione ha un posto importante nella storia del pensiero scientifico. La narrazione vuole che pitagorici entrarono in difficoltà quando, dopo aver scoperto il famoso Teorema di Pitagora, si imbatterono nella radice quadrata di 2, cioè l’ipotenusa di un triangolo rettangolo con i due cateti uguali all’unità.

La radice quadrata di due rappresentò uno dei passaggi chiave di tutta la storia della matematica perché spinse i discepoli di Pitagora, circa 2500 anni fa, a codificare i numeri irrazionali, cioè numeri che non potevano essere espressi come il rapporto di due numeri interi. La scoperta dei numeri irrazionali, che mise in crisi le convinzioni dei pitagorici e lo stesso concetto di infinito della filosofia greca, fu effettuata adottando la regola dell’inversione, che in matematica viene chiamata dimostrazione per assurdo. I pitagorici partirono ipotizzando che ⎷2 potesse essere espresso come il rapporto di due numeri interi e dimostrarono che questa ipotesi è sempre falsa. In matematica come in molte altre situazioni, non è spesso possibile dimostrare direttamente un’ipotesi ma è più semplice falsificare il suo contrario.

Lo stesso Carl Jacobi, uno dei più grandi matematici del XIX secolo, era solito ripetere ai suoi studenti la frase “Inverti, ricordati sempre di invertire”. Jacobi era consapevole che molti problemi difficili potessero essere risolti solo ragionando al contrario.

Taleb e la “via negativa”

La regola dell’inversione costituisce uno dei principi chiave anche del pensiero e delle strategie di trading di Nassim Taleb che a riguardo utilizza il termine via negativa. Taleb ha costruito tutta la sua fortuna, come investitore (e successivamente anche quella come scrittore e filosofo) utilizzando una strategia ben definita: evitare i cigni neri. La domanda di fondo che si è posto Taleb non è tanto “come faccio a fare i soldi?”, ma piuttosto “come posso evitare di saltare per aria quando arriverà l’inevitabile cigno nero?”. Secondo Taleb la via negativa, avere ben chiare le situazioni che possono avere conseguenze negative importanti, è il miglior approccio per incrementare le possibilità di sopravvivenza, e per raggiungere l’obiettivo di essere antifragile, cioè di veder incrementare i propri vantaggi competitivi quando l’incertezza aumenta, quando l’aver fatto una cosa stupida inizia a presentare il conto.

“I maestri di scacchi di solito vincono evitando di perdere; le persone diventano ricche non fallendo (soprattutto quando gli altri lo fanno); la saggezza nella vita è nell’imparare cosa evitare.” (Nicholas Nassim Taleb).

“Mantenersi a distanza da una persona ignorante è equivalente ad essere in compagnia di una persona saggia.” (Nicholas Nassim Taleb)

Conclusioni

Quando il papa Giulio II interrogò Michelangelo sui segreti del suo genio e in particolare su come aveva fatto a creare il David, Michelangelo rispose: “Ho semplicemente eliminato dal marmo tutto quello che non era David!”

La regola dell’inversione è un processo semplice ma controintuitivo: per questo dovremmo allenarci ad adottarlo, così come hanno fatto i grandi pensatori di ieri e di oggi. Ci consente di affrontare i problemi da un punto di vista differente, di restringere il campo di analisi, di mettere in piedi strategie immediate per evitare mosse stupide. E’ ovvio che l’obiettivo di tutti sarebbe individuare sempre la soluzione più intelligente: ma in molti casi “sapere dove non vogliamo andare” è già un buon punto di partenza.

Bibliografia:

Munger Charles T. Poor Charlie’s Almanack: The Wit and Wisdom of Charles T. Munger. PCA Publication, 2011.

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